Alberto da Giussano: tra Mito, Simbolo e Realtà nella Storia di Legnano

Il Monumento al Guerriero

spesso impropriamente associato
ad Alberto da Giussano (Fonte Wikipedia)

Nel cuore della storia lombarda si intrecciano fatti, leggende e simboli che hanno plasmato l’identità di intere comunità. Una di queste figure, per quanto enigmatica, è quella di Alberto da Giussano. Pur essendo la sua esistenza storica messa in discussione da numerosi studi, il mito che si è creato attorno a lui ha superato il tempo, trasformandosi in un vero e proprio simbolo di coraggio, resistenza e unità, soprattutto in relazione alla celebre battaglia di Legnano.

La Leggenda

Secondo le cronache medievali, in particolare quella redatta dal frate domenicano Galvano Fiamma nel XIV secolo, Alberto da Giussano fu il carismatico leader della cosiddetta Compagnia della Morte. Questa formazione, composta da 900 giovani cavalieri, avrebbe giurato di combattere fino all’ultimo respiro contro le forze dell’imperatore Federico Barbarossa. Si narra che, durante la battaglia del 29 maggio 1176, il guerriero e i suoi compagni abbiano difeso il Carroccio, simbolo di unità e forza comunale, con una determinazione tale da scatenare persino eventi miracolosi, come l’apparizione di tre colombe che, simbolicamente, portarono alla fuga dell’imperatore. Queste narrazioni, ricche di elementi epici e simbolici, hanno contribuito a forgiare l’immagine di Alberto da Giussano come emblema della resistenza e del sacrificio, trasmettendo valori di lealtà e spirito comunitario.

Galvano Fiamma (fonte Wikipedia)

La Realtà Storica e la Battaglia di Legnano

Gli storici, esaminando attentamente le fonti dell’epoca, mettono in discussione l’esistenza stessa di Alberto da Giussano. Le cronache contemporanee alla battaglia non menzionano il condottiero, e studi moderni individuano in Guido da Landriano il vero comandante militare della Lega Lombarda. Le ipotesi di identificare Alberto con altri personaggi reali, come Albertus de Carathe o Albertus Longus, mancano di evidenze decisive e restano inquadrate più nel campo delle speculazioni che della ricostruzione storica documentata.

Dal punto di vista strettamente storico, la battaglia di Legnano si configura come un episodio cruciale del conflitto tra la Lega Lombarda e l’Impero di Federico Barbarossa. L’esercito comunale, dotato di un’efficace fanteria e supportato dall’arrivo tempestivo di rinforzi provenienti da Milano, riuscì a sfruttare il terreno a proprio vantaggio. Il Carroccio, posizionato su un pendio strategico affacciato sul fiume Olona, costituiva il fulcro della resistenza milanese. La disposizione del terreno costringeva la cavalleria imperiale, in arrivo da direzioni multiple, a scalare una ripida scarpata, esponendosi così a un attacco ben organizzato dei fanti comunali. Questa tattica, basata sul posizionamento e sulla rapidità dei movimenti, permise alla Lega di creare gravi difficoltà agli invasori, costringendoli ad affrontare una resistenza coordinata e determinata. La sconfitta di Federico Barbarossa non fu il risultato di un evento miracoloso, bensì il frutto di una preparazione militare accurata, di una scelta del terreno vantaggiosa e di una strategia difensiva che massimizzava i punti di forza degli eserciti lombardi.

Guido la Landriano (fonte vincenzociaraffa.it)

La Compagnia della Morte: Il Giuramento dell'Eterno Impegno

Nella leggenda che circonda la battaglia di Legnano, la figura di Alberto da Giussano è indissolubilmente legata a quella della Compagnia della Morte. Secondo le cronache, in particolare quella di Galvano Fiamma, questa compagnia era composta da 900 giovani cavalieri che, mossi da un fervido spirito patriottico e dall'ardente desiderio di resistere all'oppressione, si impegnarono a combattere fino all’ultimo respiro.

Il loro obiettivo principale era duplice: da un lato, difendere il Carroccio, simbolo della libertà e dell'orgoglio comunale, e dall'altro, impedire ogni forma di resa o tradimento che potesse compromettere la sopravvivenza della Lega Lombarda contro l'avanzata delle forze di Federico Barbarossa. Il giuramento dei cavalieri della Compagnia della Morte, che prevedeva il sacrificio personale e l'impegno incrollabile in battaglia, era inteso a rafforzare il morale dell'intera comunità, fungendo da esempio di dedizione e coraggio.

Questa narrativa, pur con elementi che appaiono mitici, rivela come l'idea di un impegno assoluto e di una resistenza senza compromessi fosse al centro della memoria collettiva. Anche se dal punto di vista storiografico la loro esistenza non è documentata in maniera incontrovertibile, il simbolismo del loro giuramento continua a rappresentare l'ideale di sacrificio per il bene comune e la lotta contro l'oppressione, diventando così una pietra miliare nel folklore di Legnano e nel cuore dei lombardi.

Battaglia di Legnano (fonte Wikipedia

Alberto da Giussano: Un Simbolo Senza Tempo

Nonostante i dubbi storici, Alberto da Giussano ha saputo trascendere la realtà documentata per diventare uno dei simboli più potenti della memoria collettiva lombarda. La sua immagine è stata riadattata e celebrata in numerose forme: dalla poesia di Giosuè Carducci, che lo inserì come voce della libertà nel suo celebre componimento, fino alle celebrazioni del Palio di Legnano, dove la sua figura incarna l’eroismo e il sacrificio. Il Monumento al Guerriero di Legnano, spesso erroneamente associato a lui, ne rappresenta un esempio visivo, mentre numerose istituzioni, squadre sportive e persino denominazioni di mezzi di trasporto hanno adottato la sua iconica immagine per simboleggiare la lotta e la determinazione.

Questa trasformazione in simbolo ha contribuito a mantenere viva la leggenda, rendendo Alberto da Giussano un punto di riferimento culturale e identitario, capace di unire passato e presente e di ispirare valori di libertà e coraggio.

Conclusioni

Alberto da Giussano, pur essendo una figura la cui storicità rimane controversa, continua a occupare un posto di rilievo nel patrimonio immaginario lombardo. La sua storia, fatta di intrecci tra mito, realtà e simbolismo, ci insegna come la memoria collettiva possa elevare un personaggio – reale o immaginario – a emblema di ideali universali. La battaglia di Legnano, con la sua complessità tattica e la sua importanza strategica, rimane uno degli eventi cardine della storia italiana, dimostrando come la sinergia tra strategia militare e volontà popolare possa trasformare un conflitto in un simbolo di unità e resistenza. Sul sito storiecittadine.it, la narrazione di Alberto da Giussano e degli eventi di Legnano diventa un invito a riflettere sul potere delle leggende e sul ruolo fondamentale dei simboli nella costruzione dell’identità culturale di una comunità.

Dipinto della Battaglia di Legnano (fonte Wikipedia)

Legnano 1176. Una battaglia per la libertà Copertina flessibile – 18 marzo 2010

di Paolo Grillo (Autore) https://amzn.to/4hPa4Yx

Miti, leggende e fantasie letterarie hanno costruito l'immaginario della battaglia di Legnano che ha segnato la storia d'Italia e dell'intera Europa. I fatti però andarono diversamente. 29 maggio 1176: nelle campagne a nord-ovest di Milano, l'imperatore Federico Barbarossa affronta l'esercito delle città italiane raccolte nella Lega Lombarda con un esito che all'epoca pochi si sarebbero aspettati. Perché avvenne lo scontro, come si svolse la battaglia, quali furono le ragioni dei contendenti, quali eventi precedettero il conflitto? Quale disegno politico aveva Federico Barbarossa e cosa rivendicavano i Comuni? Con gli strumenti della storia militare, Paolo Grillo segue passo passo le fasi della battaglia, scende fra le linee dei combattenti e svela cosa c'è dietro quell'amara sconfitta: a Legnano si affrontarono in realtà due forme contrapposte di organizzazione militare. L'Impero, da una parte, con la sua struttura aristocratica, era ben rappresentato dalla celebre e quasi imbattibile cavalleria pesante teutonica. I Comuni, dall'altra, si incarnavano nella collettività in armi dei fanti, che combattevano fianco a fianco ai cavalieri, da uomini liberi, decisi a battersi per la difesa della patria comune. Due mondi diversi, uno prossimo alla fine, l'altro - quello dei cittadini d'Italia - solo all'inizio.

Leggende Italiane