Il ponte del Diavolo di Civita ( Fiume Raganello)

                                IL PONTE DEL DIAVOLO DI CIVITA


                                

C’era una volta un profondo canyon scavato dalle acque cristalline del torrente Raganello, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, in Calabria. Proprio vicino al borgo di Civita, un gruppo di monaci e pastori decise che occorreva un passaggio per superare quell’ostacolo naturale apparentemente invalicabile. Così nacque quello che i locali avrebbero poi chiamato Ponte del Diavolo.

Un luogo sospeso tra natura e ingegno umano

La caratteristica più affascinante di questo ponte è che in parte è una formazione naturale: pare infatti che un antico franamento abbia creato un arco di roccia sopra il letto del torrente. In seguito, la mano dell’uomo intervenne per rinforzare e modellare quell’arco, assicurando un passaggio relativamente sicuro ai viandanti. Nel corso dei secoli, i contadini e i piccoli commercianti che si spostavano tra i villaggi del Pollino avrebbero quindi adattato questa struttura naturale, posando pietre e malta per renderla più solida.

Curiosità:

Si racconta che un tempo, i viaggiatori pagassero un pedaggio simbolico (talvolta in forma di cibo o di stoffe) per attraversare il ponte, soprattutto nei periodi in cui i sentieri erano impervi o coperti da frane.

L’altezza dal letto del Raganello può variare a seconda delle piene, ma è sufficiente a regalare un panorama mozzafiato sulle gole sottostanti, meta oggi di molti appassionati di canyoning e trekking.

Una storia antica di frati e pastori

Alcune fonti orali sostengono che i primi a sfruttare l’arco naturale siano stati monaci basiliani, fuggiti da persecuzioni in Oriente intorno all’VIII–IX secolo. Si dice che, per raggiungere zone più sicure, abbiano trovato rifugio tra i boschi e le grotte della zona. Avrebbero quindi sistemato tronchi e pietre sul punto in cui la roccia già formava un ponte primitivo.

Successivamente, i pastori albanesi (Arbëreshë) giunti in Calabria intorno al XV secolo portarono nuove tecniche di costruzione e consolidamento, dando vita a una struttura più resistente. Così, quella che era solo una passerella rudimentale divenne un ponte vero e proprio, in grado di sostenere il passaggio di uomini e animali.

La leggenda del patto con il Maligno

Come molte opere ardite, anche questa fu presto avvolta da un racconto “diabolico”: si narra che gli abitanti di Civita, stanchi di aspettare anni per un ponte sicuro, invocarono il Diavolo affinché costruisse l’opera in una sola notte. In cambio, il Maligno avrebbe preteso l’anima del primo essere vivente che l’avesse attraversata.

Al sorgere del sole, il ponte apparve solido e bellissimo. Ma gli abitanti, memori di altre storie simili, fecero attraversare un capretto (o, secondo altre versioni, un cane). Il Diavolo, furioso per essere stato di nuovo ingannato, ruppe un masso e sprofondò nelle acque turbolente del Raganello, lasciando un presunto segno di artigliata sulle rocce vicine.

Aneddoti e curiosità moderne

1. Turismo e avventura: Oggi il Ponte del Diavolo è una delle mete più suggestive per gli appassionati di trekking, speleologia e canyoning. Da qui partono alcuni itinerari che si addentrano nelle strette gole del Raganello, in un ambiente naturale di rara bellezza.

2. Le “voci” del Raganello: Alcune guide locali raccontano che, nelle giornate di vento, l’eco delle acque e i sibili tra le rocce creano strani suoni, quasi a ricordare l’ira del Maligno.

3. Tradizioni religiose: Alcuni abitanti di Civita celebrano ancora oggi riti benedettini o piccoli pellegrinaggi simbolici, sostando per qualche istante proprio in prossimità del ponte, a evocare la protezione divina contro le forze oscure della natura.

4. Consolidamenti recenti: Nel tempo, il ponte ha subito interventi di restauro per mantenere viva la sua funzione di passaggio e per garantire la sicurezza dei visitatori. In alcuni periodi è stato interdetto per monitoraggi o lavori, ma sempre riaperto per chi desidera godere del panorama.

Un luogo tra mito e realtà

Chi visita il Ponte del Diavolo di Civita non trova soltanto un manufatto suggestivo sospeso sul canyon, ma entra in un mondo dove natura selvaggiastoria e leggenda convivono in armonia. Il mistero del patto col Diavolo, la volontà dei monaci e dei pastori che trasformarono una semplice arcata rocciosa in un passaggio fondamentale, i suoni prodotti dalle gole del Raganello: tutto contribuisce a creare un’atmosfera in cui il confine tra il reale e il fantastico risulta sfumato.

E così, ogni escursionista che si avventura sotto il sole cocente o nell’ombra delle pareti a picco, non può fare a meno di chiedersi se, nelle profonde cavità del canyon, risuoni ancora l’eco dell’antico patto diabolico… oppure, più semplicemente, il mormorio eterno della natura che domina questo affascinante angolo di Calabria.

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