Il ponte del Diavolo di Faicchio ( Fiume Titerno)

                               IL PONTE DEL DIAVOLO DI FAICCHIO


 Il Ponte Fabio Massimo, situato nei pressi di Faicchio, in provincia di Benevento, è uno dei due celebri Ponti del Diavolo della zona di Cerreto Sannita. Questa struttura, risalente a tempi remoti, non è solo un’opera di ingegneria storica ma anche il centro di leggende che intrecciano mistero, superstizione e ingegno umano.

La Costruzione del Ponte

Il ponte, attribuito secondo alcune fonti a epoca romana e legato al nome del generale romano Quinto Fabio Massimo detto “Il Temporeggiatore”, era considerato un passaggio fondamentale per attraversare il fiume Titerno e collegare i centri abitati circostanti. Tuttavia, per gli uomini dell’epoca, la costruzione sembrava un’impresa impossibile. Le continue piene del fiume e la difficoltà di ancorare la struttura al terreno ostacolavano i lavori.

Secondo la leggenda, gli abitanti locali, disperati, decisero di rivolgersi al Diavolo, l’unica entità capace di realizzare l’opera in così poco tempo.

La Leggenda del Ponte Fabio Massimo

Il Ponte Fabio Massimo, situato nei pressi di Faicchio, in provincia di Benevento, è uno dei due celebri Ponti del Diavolo della zona di Cerreto Sannita. Questa struttura, risalente a tempi remoti, non è solo un’opera di ingegneria storica ma anche il centro di leggende che intrecciano mistero, superstizione e ingegno umano.

Il Patto con il Diavolo

Il Diavolo accettò di costruire il ponte, imponendo però una condizione: avrebbe completato l’opera in una notte, ma in cambio avrebbe preteso l’anima del primo essere vivente che lo avrebbe attraversato. I cittadini accettarono il patto, sapendo che altrimenti l’opera sarebbe rimasta incompiuta.

La costruzione del ponte fu miracolosa: pietra dopo pietra, il Diavolo eresse la struttura con rapidità sovrumana. Al sorgere del sole, il ponte era terminato, e il Diavolo si presentò per riscuotere il suo tributo.

L’Inganno degli Uomini

I cittadini di Faicchio, tuttavia, avevano preparato un piano per ingannare il Diavolo. Invece di far attraversare il ponte a una persona, spinsero una capra sul ponte appena completato. Il Diavolo, furioso per l’inganno, cercò di distruggere l’opera, ma la struttura, costruita con le sue stesse mani, resse all’attacco.

Prima di andarsene, il Diavolo lasciò un’impronta sul ponte, una sorta di firma infernale per ricordare agli uomini che non tutti potevano sfuggirgli così facilmente.

L’Impronta del Diavolo

La leggenda narra che questa impronta di zoccolo sia ancora visibile su una delle pietre del ponte, come testimonianza del patto tra gli uomini e il Demonio. Alcuni anziani del luogo affermano di averla vista, ma il passare del tempo e l’usura della pietra potrebbero averla resa meno visibile.

Un Ponte tra Storia e Mito

Al di là della leggenda, il Ponte Fabio Massimo è un esempio straordinario di ingegneria antica. La sua struttura ad arco unico, tipica dei ponti romani e medievali, è progettata per resistere alle piene del fiume e alle intemperie. Il ponte ha servito la comunità per secoli, diventando non solo un passaggio fisico, ma anche un simbolo di tenacia e ingegno.

Il Fascino del Ponte Oggi

Oggi, il Ponte Fabio Massimo attira non solo gli appassionati di storia, ma anche i curiosi e gli amanti del mistero. Camminare su quel ponte significa immergersi in un’atmosfera sospesa tra passato e leggenda, dove ogni pietra sembra raccontare una storia.

Il ponte resta un punto di riferimento culturale e una meta per chi vuole scoprire il lato più enigmatico e affascinante del territorio beneventano.


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